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TEATRO E PSICOANALISI: “IL CASO DELL’UOMO DEI LUPI”, DI CLAUDIO BEGHELLI CON GIULIO PIZZIRANI E NICOLA BORTOLOTTI










disegno di Lolita Timofeeva


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PRIMA ASSOLUTA
L’Associazione culturale Club di Fantomas
invita pubblico e stampa ad assistere
al debutto di un nuovissimo spettacolo teatrale,
liberamente ispirato ad un celebre caso clinico di Sigmund Freud:
Lunedì 10, Venerdì 14 e Sabato 15 Maggio 2010, alle ore 21,
presso il Teatrino di Fantomas,
in vicolo Vinazzetti 1, a Bologna (zona universitaria)
andrà in scena per la prima volta
“Il caso dell’uomo dei lupi”
un dramma inedito di Claudio Beghelli
Con Giulio Pizzirani e Nicola Bortolotti
e con la partecipazione di Paola Travaglini
Regia: Giulio Pizzirani
Scenografia e disegni: Lolita Timofeeva
Musiche originali, suono e luci: Matteo Cincopan
Animazioni grafiche: Massimiliano Bartoloni
Tecnico protezionista: Davide Savaidis
Due valorosi e affermati professionisti del teatro quali Giulio Pizzirani (della sua lunga e ricchissima carriera di interprete ricordiamo, per brevità: le importanti collaborazioni con Glauco Mauri, Maurizio Scaparro, Giancarlo Sepe e moltissimi altri grandi nomi della scena italiana; oltreché diverse partecipazioni a pellicole di Pupi Avati) e Nicola Bortolotti (già scritturato da registi del calibro di Luca Ronconi e Saverio Tedesco, per citare solo alcuni dei suoi lavori), hanno accettato la scommessa di allestire “Il caso dell’uomo dei lupi”, un dramma psicanalitico, liberamente ispirato all’omonimo referto clinico di Sigmund Freud, scritto da Claudio Beghelli, giovane drammaturgo e sceneggiatore emergente.
Così l’Autore presenta questo suo insolito esperimento teatrale, commissionatogli dal Prof. Giorgio Celli:
“Un teatro non è un’aula di università, e dunque non è il caso di tenervi lezioni o conferenze; e la sfida, la difficoltà maggiore, per me, – a parte l’accurato lavoro preliminare di documentazione – è stata proprio questa: trovare il modo di realizzare, a partire dal saggio di Freud, un racconto scenico autonomo che, pur conservando un intento dichiaratamente didattico e divulgativo, non perdesse di vista quello che, da sempre, è il fine principale del teatro: emozionare, e – perché no? – divertire tanto lo spettatore che abbia una certa consuetudine con la letteratura psicanalitica, quanto chi Freud l’abbia appena sentito nominare.
È evidente che, per trasformare il contenuto teorico della relazione freudiana nel materiale narrativo di un dialogo destinato alla messa in scena, ho dovuto operare, sui testi originali, massicci tagli e, per ragioni di ritmo e di sintesi, numerosi altri interventi di rielaborazione, adattamento e riduzione. E, pur rispettando sempre le fonti bibliografiche e scientifiche, qua e là, ho integrato il resoconto clinico con alcune invenzioni ed ipotesi, per dir così, romanzesche: allo scopo di renderlo più avvincente e interessante dal punto di vista drammaturgico: più teatralizzabile, insomma.
Se dovessi collocare il mio dramma nel panorama della drammaturgia contemporanea, direi che “Il caso dell’Uomo dei lupi”, con la sua struttura programmaticamente a-temporale, le sue improvvise deviazioni oniriche, ed il continuo alternarsi e sovrapporsi del registro pedagogico con quello narrativo, si colloca nella direzione di un teatro antinaturalista, concettuale e filosoficamente avvertito, che cerca di realizzare, sul palcoscenico, un possibile equinozio tra la dialettica sartriana e il dépaysement dei surrealisti, l’estraniamento di Brecht e la lucidità ossessiva di Bernhard.”
Sito internet: www.clubdifantomas.it

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