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“Gioie di Lò” by Lolita Timofeeva, minisculture di osso e oro da indossare

di Alberto Parisi Lolita Timofeeva, artista lettone, stabilitasi da anni a Bologna, ha lanciato una sua linea di gioielli - "Gioie di Lò" . Usando materiali innovativi in quanto arcaici e quasi non considerati, guidata dalla visione trascendente della creatività, ha realizzato vere e proprie sculture in miniatura di un’originalità assoluta. La abbiamo intervistata nel suo studio, a Bologna. Alberto Parisi. – Dunque, cara Lolita, questo è un esordio o qualcosa che deriva da esperienze precedenti? Lolita Timofeeva. No, questo non è un debutto. In passato ho già disegnato gioielli, che sono stati poi realizzati da orafi vicentini e presentati dalla mia gallerista olandese. La differenza è che questi gioielli ora li eseguo io, personalmente. A.P. – Quindi si è cimentata anche nell’arte orafa? L.T. No, no! L’oro, nel mio caso, è usato come rifinitura finale. Lavoro con osso che, dopo trattamenti appropriati, alla fine ricopro con foglia d’oro zecchino 24 carati, con

LOLITA, CHE SCANDALO!

di Lolita Timofeeva Dovete sapere che in Lettonia il nome “Lolita” è molto diffuso. Però si pronuncia in modo diverso. L’accento cade sulla prima sillaba: Lòlita. Quasi sicuramente questo nome è stato importato in Lettonia. La città di Riga sin dai tempi più remoti è il crocevia di scambi commerciali e culturali. Probabilmente il nome Lolita trovò assimilazione nella nostra cultura anche per via dell’assonanza con altri nomi tradizionali lettoni come Lìlita, Sòlvita, Èlita, Aelìta. In diversi paesi questo nome si pronuncia in modo differente. In Francia sono Lolità, in Russia Lalìta. Quindi se mi chiamate all’italiana, non mi offendo. Quando sono arrivata in Italia, all’inizio, presentandomi, mi stupiva lo sgranare degli occhi della gente e le esclamazioni come: “Ma è veramente il tuo vero nome?” E si, veramente! Intanto, quando sono nata, i miei genitori non avevano letto il famoso romanzo di Nabokov, perché allora non era ancora pubblicato nel nostro paese. Ma anche d

RESPINGIMENTI

disegno di Lolita Timofeeva Pubblichiamo un saggio e una poesia di Pina Piccolo Pina Piccolo è una traduttrice ed insegnante italo-americana. Nata in California, cresciuta in Italia, ritornata negli USA e vissuta lì per 30 anni ed infine riapprodata in Italia, si considera bilingue e "multicultural". Formatasi come italianista all'Università di Berkeley, ha svolto attività di promozione culturale in entrambi i paesi scrivendo saggi (negli Stati Uniti su Fo, Rame, Celati, di Ruscio) ed organizzando iniziative (qui in italia promuove l'opera della poetessa Shailja Patel). Negli ultimi anni ha pubblicato poesie e racconti che affrontano, tra altre cose, il tema del razzismo e della xenofobia, purtroppo di grande attualità a livello mondiale. Respingimenti : la resistibile ascesa di una parola di regime 6 giugno 2009 Impugnata a mo’ di randello dal ministro degli interni Maroni, dal 6 maggio 2009, la poco elegante parola respingimenti si è