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Visualizzazione dei post con l'etichetta società

La leggerezza del Cairo

di Amira Hass --> --> C‟era qualcosa di più leggero nell‟aria del Cairo quando sono arrivata il 13 febbraio. Mi sono chiesta se era solo la mia immaginazione, ma la sensazione che questa immensa città si fosse liberata da una pesante cappa di piombo è cresciuta giorno dopo giorno ed è stata confermata dalle persone con cui ho parlato. “Perfino il Nilo è diventato azzurro”, scherzava la gente dopo le dimissioni di Mubarak. Un azzurro virtuale, perché questo fiume è grigio come prima, e come sempre la sua vastità rima con generosità. Con generosità e pazienza il fiume ha inghiottito molti candelotti di gas lacrimogeno. “Il ponte era il posto migliore per resistere agli attacchi della polizia”, mi hanno raccontato. “Da lì potevamo buttare tutti i candelotti nel fiume”. Anche gli automobilisti sembrano un po‟ più educati. Non è solo una mia fantasia: lo dicono persone che vivono qui da sempre. Un‟inaspettata buona educazione e una nuova reciproca c

Rivoluzioni

di Olivier Roy --> --> In Tunisia e in Egitto è scesa in piazza una nuova generazione. Che è più istruita, individualista e laica della precedente. Le rivolte popolari in Nordafrica e in Medio Oriente sono state interpretate dagli europei attraverso uno schema vecchio di trent’anni: la rivoluzione islamica in Iran. Ci si aspetta che i gruppi islamisti assumano il controllo delle proteste o stiano lì a tramare nell’ombra, pronti a conquistare il potere. La discrezione e il pragmatismo dei Fratelli musulmani egiziani, però, stupisce e preoccupa: che fine hanno fatto gli islamisti? Osservando meglio i manifestanti, è evidente che abbiamo a che fare con una generazione postislamista. Per le persone coinvolte nelle proteste i grandi movimenti rivoluzionari degli anni settant

Lettera ai giovani immolati di febbraio

di Pina Piccolo --> La prossima volta, il fuoco The Negroes of this country may never be able to rise to power, but they are very well placed indeed to precipitate chaos and ring down the curtain on the American dream James Baldwin The fire next time L’anno scorso di questi tempi, nello scritto Rapsodia in giallo mi trovavo a rievocare lo scrittore afro americano Ralph Ellison che nel suo libro Invisible Man parlava della condizione dei discendenti della tratta degli africani strappati a viva forza dalla loro terra per lavorare nelle piantagioni americane. In quell’occasione facevo l’analogia con quello che succedeva qui in Italia ai lavoratori migranti che si erano ribellati a Rosarno. Quest’anno, grazie ai cambiamenti intercorsi nella situazione internazionale e l’acuirsi del razzismo e delle risposte istituzionali mi trovo invece a ricordare il lavoro di un grande scrittore afroamericano, James Baldwin, che nel 1963, scriveva un libro di grande successo

Enzo Rossi Roiss. Chi è costui? Nuuovi commenti (II)

--> Pubblichiamo nuovi e animati commenti suscitati dall’articolo “Enzo Rossi Roiss. Chi è costui?” http://kengaragsit.blogspot.com/2010/05/enzo-rossi-roiss-chi-e-costui.html --> Elisabeth ha detto... Visto i commenti apparsi anche su FB voglio chiarire che Elisabeth Thatcher non ha mai scritto o firmato un testo dedicato a un certo Rossi Roiss. Sarebbe un grave spreco di tempo e di energie.  Unica volta che l’ho citato, è stato quasi un anno fa in un mio blog, parlando di Biennale di Venezia (unica volta dove l’ho incrociato) e mi ha divertito troppo in un suo monologo. Ecco la citazione (in versione ridotta per pietà): “… ho fotografato i visitatori, ho conosciuto gente stravagante: come … Oppure un altro vecchietto … che si aggirava in mezzo alle due sedi dell’esposizione “Glasstress” e si presentava come l’organizzatore e critico di nome Rossi Roiss. Peccato che abbia parlato così tanto di se stesso che mi ha fatto insospettire e dopo una breve verifica

HERA-ACRON-OMEGA: una Rosarno imolese.

USA E GETTA di Pina Piccolo --> (per i lavoratori migranti di Acron, 2 agosto 2010 ) --> Il nastro scorreva così si evitava di dover muovere i piedi Si andava veloci e arrivavano montagne e montagne di cose che non andavano né sotterrate né bruciate ma che sarebbero state riciclate e riusate (almeno così si diceva) Il nastro scorreva e portava portava la carta, portava la plastica, le bottiglie d’acqua schiacciate il contenitore di alluminio con i resti del sughetto dell’Ipercoop il vetro del chinotto che sancisce il tuo stare fuori dal coro e ancora carta e carta ma sotto guarda, una forma strana morbida e puzzolente che si sente anche con la mascherina da due soldi usa e getta che ti danno ogni mattina la tocchi con la mano inguantata un usa e getta che dura due settimane che non protegge granché ti ritrovi il corpo coperto da macchioline un altro si è beccato l’epatite Ma guarda bisogna

Enzo Rossi Roiss. Chi è costui? Commenti I.

--> Pubblichiamo i primi commenti riferiti all’articolo http://kengaragsit.blogspot.com/2010/05/enzo-rossi-roiss-chi-e-costui.html 6 commenti: --> anonimo ha detto... Finalmente qualcuno ha avuto coraggio di smascherare il personaggio! Bravi! (un ammiratore di Roiss) 09 maggio 2010 08.47 francesca ha detto... Di certo, uno che crea un blog come www.vulvario.com deve proprio odiare le donne. Ci sono alcune immagini di tale volgarità ed aggressività che denigrano tutto il genere femminile! Il sesso femminile non è così. Così lo vede questo personaggio con animo cattivo. Forse crede di essere solo un goliardo? Per me dovrebbe farsi aiutare da un bravo psicologo. 09 maggio 2010 22.47 enzo ha detto... Cara Francesca, ho guardato il sito al quale ti riferisci e non ho resistito a commentarlo. In effetti il materiale pubblicato è alquanto volgare ed aggressivo, denigra la figura femminile. Rasserenati, noi uomini normalmente non ved