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Visualizzazione dei post con l'etichetta razzismo

LETTERA APERTA FIRMATA DAI “ LAVORATORI AFRICANI CITTADINI DEL MONDO IN ITALIA”

PUBBLICATA DA IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA IL 18.12.2011 CARI fratelli e sorelle rosarnesi, siamo lavoratori africani di tante nazionalità. Abbiamo voluto scrivere questa lettera per ringraziarvi della vostra ospitalità. Poiché negli ultimi giorni si è parlato molto di noi, abbiamo deciso di parlare in prima persona. Malgrado la triste situazione che si è verificata due anni fa, che ha fatto male a tutti, ci troviamo di nuovo insieme, nella vostra città e sulla vostra terra. Quella situazione triste ce la portiamo nel nostro cuore, così come voi nel vostro. Noi siamo persone come voi. Vogliamo lavorare per vivere, come voi. Siamo in difficoltà quando non c’è lavoro, come voi. Emigriamo per trovare lavoro come tanti di voi in passato e ancora oggi. Abbiamo famiglie, madri, fratelli, figli, come voi. Siamo qui per cercare una vita migliore, non per creare problemi. Per questo v

PER LA FIGLIA DI MODOU SAMB

di Pina Piccolo , 18 dicembre 2011 DIEREDIEF SERIGNE TOUBA* Puoi smettere di aspettarlo tredicenne dagli occhi ridenti e col vestitino buono color di lillà comprato per la foto da mandare a papà con i soldi della rimessa DIEREDIEF SERIGNE TOUBA Il padre che anelavi di carne e ossa e respiro per 13 anni trafelato a correre con borsoni nella palestra dello stato italiano destra e sinistra ne hanno allenati polpacci, bicipiti e polmoni ma non torna più sulle sue gambe Ora dopo tredici anni ti rimandano “la salma” non in barcone ma con l’aereo pagato da lacrime di coccodrillo. DIEREDIEF SERIGNE TOUBA Te lo rispediscono dal pulpito dolente politici malfattori e conniventi abituati a lanciare il sasso nascondendo la mano inguantata di odio e superiore ingordigia mentre dalla bocca cascano perle d’ipocrisia DIEREDIEF SERIGNE TOUBA E nel rimestare le sue carni nere potremmo trovare il virus della Sindrome Italiana che stavolta si abbatte su padri scuri r

Appello Coordinamento Senegalesi in Toscana

I nostri fratelli Mor Diop e Samb Modou sono stati assassinati e Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike gravemente feriti da una mano armata dall’odio xenofobo, lucido e determinato. Tutti sono vittime della manifestazione estrema di un razzismo quotidiano che umilia sistematicamente la nostra dignità.La strage del 13/12 a Firenze necessita di una risposta ampia e plurale, che esprima lo sdegno per i barbari assassinii e la ferma volontà di operare concretamente perché simili fatti non si ripetano. E’ necessario che non ci si limiti all’abbraccio solidale verso la nostra comunità colpita ed alla partecipazione al nostro dolore solo per un giorno. Occorre andare più a fondo e individuare tutte e tutti insieme come si è costruito nel tempo il clima che rende possibile l’esplodere della violenza razzista come è avvenuto il 13 dicembre a Firenze e solo due giorni prima a Torino con il pogrom contro un insediamento Rom. Bisogna interrogarci su come siano stati dati spa

Lettera ai giovani immolati di febbraio

di Pina Piccolo --> La prossima volta, il fuoco The Negroes of this country may never be able to rise to power, but they are very well placed indeed to precipitate chaos and ring down the curtain on the American dream James Baldwin The fire next time L’anno scorso di questi tempi, nello scritto Rapsodia in giallo mi trovavo a rievocare lo scrittore afro americano Ralph Ellison che nel suo libro Invisible Man parlava della condizione dei discendenti della tratta degli africani strappati a viva forza dalla loro terra per lavorare nelle piantagioni americane. In quell’occasione facevo l’analogia con quello che succedeva qui in Italia ai lavoratori migranti che si erano ribellati a Rosarno. Quest’anno, grazie ai cambiamenti intercorsi nella situazione internazionale e l’acuirsi del razzismo e delle risposte istituzionali mi trovo invece a ricordare il lavoro di un grande scrittore afroamericano, James Baldwin, che nel 1963, scriveva un libro di grande successo

LA PALA DI DAOUDA

http://www.primomarzo2010.it/ di Julio Monteiro Martins Corpi forti e scuri hanno trovato lavoro per i loro muscoli e sudano mentre ascoltano ogni tanto i rigurgiti del capoccia, in una strana lingua senza cantici, fatta solo di ordini e dinieghi, urlata da una parte, mugugnata dall’altra. C’è tensione nell’aria, ogni sonno è all’erta. Le crepe sottili che preludono al crollo. Da un momento all’altro arriverà lo scricchiolio, il segnale di fuga. Ecco il mondo nuovo, pieno di recinzioni, una scacchiera rigata dal filo spinato. E le pedine che si muovono in continuazione tra un confine e l’altro, guadagnandosi a fatica da vivere: colibrì disperati a baciare ogni fiorellino secco. Daouda si alza dalla brandina molto prima dell’alba (chi non può darsi al lusso di rilassarsi mai non può dire che si sia svegliato), testa l’equilibrio del corpo, prova il peso dei muscoli, delle ossa, della nuova pelle conciata e aspra, delle cicatrici. Testa anche l’equilibrio

Quando comincia una guerra tra i poveri

di Michele Zizzari Rivisitazione di "Quando Comincia la guerra" di B. Brecht Quando comincia una guerra tra i poveri forse i vostri fratelli si trasformeranno e i loro volti saranno irriconoscibili: guarderanno gli altri e i nuovi venuti con diffidenza e occhi colmi di paura. Sputeranno su di loro parole traboccanti d’odio. Ma voi dovete rimanere gli stessi. Vi diranno che quegli altri sono diversi figli di una mala razza che sono invasori e infedeli, seguaci sanguinari di un dio ingiusto e crudele. Vi diranno che sono nemici venuti a delinquere a casa vostra venuti a rubarvi il pane, il lavoro e le donne. Vi istigheranno alla violenza e al razzismo. Vi armeranno di spranghe e di false identità. Vi manderanno alla guerra non come a un massacro ma come a una giusta missione. Avranno seppellito la pace, la fratellanza, la giustizia l’amicizia e il rispetto. Tutto il bene avranno dimenticato. Ma voi nulla dovete dimenticare. Vi

Sempre in partenza, sempre in viaggio, ma ancora qui..

di Iyara Bagala (Fra Oceani) http://www.primomarzo2010.it/ Rimango con la voglia di gioire i tanti mondi che oggi abitano l’Italia del secolo XXI . Rimango in un viaggio costante, travolta da questi esseri in movimento; affascinata da questo mondo variopinto dove i colori di Piazza Maggiore a Bologna o del Castello Estense a Ferrara mi trasportano, come in un film dal Marocco o dal Senegal alla Palestina, dalla Polonia all’India o dalla Somalia alla Colombia. In certi momenti, però, sento che vivo in un’Italia dove il tempo torna indietro. In altri invece, di nuovo mi possiede una stupidità totale e un bisogno agghiacciante di re- inventare la vita. Un bisogno di fuga, prima del contagio. Sì, prima di essere contagiata dall’amarezza e dalla paura che invadono le strade piene di esseri grigi con i sorrisi sbiaditi nel tempo. Strade vuote di poesia. Strade dove non c’è spazio per i colori, dove i sogni di quelli chiamati “altri” vengono puniti. Strade dove la v

DAL FONDO PRIMO MARZO 2010

di Christiana De Caldas Brito Per saperne di più vai su http://www.primomarzo2010.it/ E arrivarono altri uomini e donne con passaporti di vari colori. Ubaldo li lasciò entrare. Tutti. Ogni volta, pensava: che persona normale, sana, niente corno in testa, né zampa né artigli, niente bocca che puzza di bruciato. È di gente così che l‘Italia ha bisogno! Il drago aveva i documenti in regola ma di sicuro provocherà delle risse: non aveva litigato persino con il santo? L’unicorno magari tirerà la carrozza di qualche vetturino, ma come farà a gestire quell’enorme corno nel traffico di Roma? Il dio giapponese sarà scambiato per un pazzo furioso da qualche vigile che gli ricorderà che il carnevale da mo’ che è finito. Non è meglio aprire l’Italia alla gente che lavora e sorride, che dice buon giorno e non dimentica il grazie? In quel momento, Ubaldo pensò alla peruviana che avrebbe lavorato da nonna Palmerina. Il cuore gli batté più forte e, quasi senza accorgersene, abbozzò un sorriso

DAL FONDO PRIMO MARZO 2010

RAPSODIA IN GIALLO di Pina Piccolo Per saperne di più vai su http://www.primomarzo2010.it/ Quasi tutti coloro che hanno avuto la buona o cattiva sorte di ritornare tra i vivi dicono che quando si scivola nel tunnel della morte si è come circondati da un immenso, rasserenante biancore. Quale potrebbe essere invece il colore del risveglio dallo stato di coma e, per analogia, mettendola sul piano politico/sociale, il risveglio dal lungo torpore in cui è sprofondata gran parte della societa’ civile italiana negli ultimi 15 anni? Quale colore potrebbe essere in grado di fugare in men che non si dica l’algido candore del coma profondo in cui versa la nostra societa’ civile? Mi verrebbe da pensare a un bel giallo, ricco luminoso, solare che potrebbe anche mantenere tra le pieghe qualcosa di fresco, tipo il colore dei limoni. Ebbene, questo è il colore che è toccato in sorte alla giornata Primo Marzo 2010: una giornata senza migranti, che si svolgerà in Italia come pure in Fr