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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

PAUL POLANSKY. LA MIA VITA CON GLI ZINGARI

AMNESTY INTERNATIONAL DI BOLOGNA, in collaborazione con il gruppo culturale “Alieni per caso/a”, vi invita alla Presentazione del nuovo libro di Paul Polansky "LA MIA VITA CON GLI ZINGARI" (traduzione di Valentina Confido, edizioni Datanews 2011) Presentato da Dimitris Argiropolous, Università di Bologna, in dialogo con l’autore GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE, ORE 21, via Irma Bandiera 1/5 Bologna PAUL POLANSKY presenterà questo suo ultimo lavoro di divulgazione e attivismo umanitario dei Rom d’Europa, con particolare riferimento alle famiglie Rom che vivono nei campi del Kosovo contaminati dal piombo, condannate all’oblio. L’autore è nato a Mason City, Iowa USA nel 1942. Poeta, fotografo, antropologo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio importantissimo per il suo impegno a favore delle popolazioni Rom. Autore di numerosi libri, compresi 3 volumi di storia orale di diverse popolazioni Rom in base a testimonianze raccolte nell’ultimo d

October 13 1992 at Yaxchilan

The day after the five hundred years of Columbus landing by Pina Piccolo The Morning After glow Of the forest Who survives The foolishness Of civilizations, Regenerates herself From disturbances At ground level Witnesses species Aglitter and extinguish Proud organisms shrivel up In a combustion of arrogance. Yes, she was affected, Her tears of mourning Mistaken for dew, Her sighs of disapproval Thought to be wind. Yet her deep roots Still gripped the earth, Temple stones Corroded by moss Became sand Transported by ants. Even the poisons Floating on the water Were purified Beating Mile after mile On rocks Nature trying to Wash off a stain. Forest , now, we pull Limbs Off your spreading body, A demented weather Dries your wells, Nasty kids Playing god, Tug at your Apron strings. No longer waiting For discoverers or messiahs You stand attached to the soil And bend, Bowing to th

13 ottobre 1992 a Yaxchilan, Chiapas

Il giorno dopo i cinquecento anni dell’approdo di Colombo di Pina Piccolo La foresta Nella luminescenza del Giorno Dopo Sopravvissuta Alle sciocchezze Delle civiltà Sa rigenerarsi Dallo scompiglio Che dilaga a piano terra La foresta sì che ha visto specie Prima splendere e poi spegnersi Tronfi organismi rinsecchiti Per combustione d’arroganza. Certo, di questo anche lei ha sofferto Le sue lacrime afflitte Scambiate per rugiada, I sospiri di disapprovazione Presi per vento. Ma alla terra non cessavano Di abbarbicarsi le sue profonde radici, Le pietre del tempio Corrose dal muschio Si sfaldavano in sabbia Trasportata dalle formiche. Perfino i veleni A galla sul torrente Sapeva purificare Sbattendoli Miglio dopo miglio Sulle pietre. La natura cerca Di lavare ogni pecca. E adesso, strattonandoti ai margini Cerchiamo di divellerti gli arti Mentre il clima impazzito Ti secca le sorgenti Furfantelli Gi

October 12 1992 at Yaxchilan

Five hundred years after Columbus’ landing on the “New” continent by Pina Piccolo Swallowed by vine, the labyrinth, Deep in the forest Swallowed by vine, Surrounded by a river Surrounded by indios - On market days, the women Cross the Usumacinta on frail boats Trading vibrant plumage colors For tin coins, Camouflage cloth, Deep in the forest, Swallowed by vine Chameleons against foliage and rock. Tonight on the temple steps The moon will draw A serpent Offering the red fruit Of knowledge To those who live With the taste of fear. Tonight the monkeys will scream From top branches and scorpions Will hide under rocks. Tonight Mauro, the Christian Lacandon, guardian of the Mayan temple Will erect a small shrine To a nameless god And cry for drunken forgiveness To a wife he’s betrayed. Then, machete in hand Brandishing revenge He will howl with the forest A curse, Lingering echo Of a festering woun

12 ottobre 1992 a Yaxchilan , Chiapas

A cinquecento anni dall’ approdo di Colombo nel ‘Nuovo’ continente di Pina Piccolo Inghiottito dalle liane, il labirinto, Nel profondo della foresta Inghiottita dalle liane, la selva Circondata dal fiume Circondata da indios - nei giorni di mercato, le donne Attraversano l’Usumacinta Su fragili imbarcazioni Per scambiare piume dai colori sgargianti Per monetine di latta, Per tela mimetica-- Nel profondo della foresta Inghiottita dalle liane Camaleonti nascosti tra i massi e le frasche. Nel cuor della notte sui gradini del tempio La luna disegnerà Un serpente Che offre il frutto vermiglio Della conoscenza A chi vive Con il sapore della paura. A notte fonda le scimmie urlatrici Si dondoleranno tra le cime e gli scorpioni Si nasconderanno sotto le pietre. Nel pieno della notte, Mauro Il Lacandone cristiano, guardiano del tempio Maya Erigerà un piccolo altare A un dio senza nome E, ubriaco, verserà lacri

Maurizio Vanni by the special project for the Biennale in Moscow involving artists Attolini, Balzano and Timofeeva

"Behind the Mirror" is the title of the special project curated by museologist, historian and art critic Maurizio Vanni for the Moscow Biennale 2011, which involves artists Attolini Francis, Christian Balzano and Lolita Timofeeva called to discuss the theme "Rewriting worlds" .From September 23 to October 16, 2011 the installations of the three artists will be housed within the Rudomine All-Russia State Library for Foreign Literature in Moscow.The project, organized in collaboration with LuC.C.A - Lucca Center of Contemporary Art, is under the patronage of the Italian Institute of Culture in Moscow, the Province of Lucca, the city of Lucca, Pietrasanta and CAV - Visual Arts Center of Pietrasanta. "Rewriting worlds - the editor says Maurizio Vanni - means to design from scratch our lives, redefining the environment within which we live, look at our existential space and recreate the rules that govern our relationship with our history apparatus memoria

Arroganza di Mosca

di Lolita Timofeeva Mosca è una città che ti dà molta adrenalina se non eccedi con la permanenza e frequenti esclusivamente i luoghi d’arte e gli ambienti acculturati. Quattro - cinque giorni possono bastare per farsi l’idea di questa città come di una metropoli vivace e stravagante, ma quando mi capita di rimanervi dieci giorni, come questa volta, il suo aspetto diventa per me opprimente e arrogante. L’opulenza di dubbio gusto che fa di Mosca un lunapark, una discoteca, un albero di natale offende il mio gusto estetico. La gente di Mosca sembra rassegnata: tutto è come fosse nella norma. Ore in file per le strade, i tassisti sonnolenti che non hanno fretta di arrivare, le macchine impolverate. In compenso le persone camminano con una velocità impressionante! Dicono che così ci si stanca di meno. Forse per questo non fanno caso ai mostri architettonici che si innalzano nei cantieri in pieno centro: il settore edilizio è molto corrotto. Si, hanno cambiato tante cose - per n