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L’affaire Osama bin Laden e la sospensione dell’incredulità

di Pina Piccolo Se ci sforziamo di scavare sotto l’impostazione vendetta/giustizia o legalità/illegalità che è stata ampiamente adottata dai media di tutto il mondo e dall’intera gamma di giornalisti da destra a sinistra a quest’ultima puntata della saga Osama bin Laden ambientata sul territorio pakistano, e ci poniamo invece dal punto di vista di chi riceve la notizia incontriamo un concetto ontologico ampiamente sfruttato dalla letteratura e dal cinema, cioè “la sospensione volontaria dell’incredulità”. Nelle loro distopie scrittori importanti come Orwell hanno esplorato i metodi di comunicazione come il “double speak” che caratterizzano chi porge la notizia ma non si è dedicata altrettanta attenzione ai meccanismi necessari non solo per accettare il falso ma anche per fruirlo con piacere. L’analogia che viene in mente è il mondo del “professional wrestling” : lo spettatore “sorvola” sull’impossibilità che i due lottatori che si presentano come feroci energumeni , s