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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Quando comincia una guerra tra i poveri

di Michele Zizzari Rivisitazione di "Quando Comincia la guerra" di B. Brecht Quando comincia una guerra tra i poveri forse i vostri fratelli si trasformeranno e i loro volti saranno irriconoscibili: guarderanno gli altri e i nuovi venuti con diffidenza e occhi colmi di paura. Sputeranno su di loro parole traboccanti d’odio. Ma voi dovete rimanere gli stessi. Vi diranno che quegli altri sono diversi figli di una mala razza che sono invasori e infedeli, seguaci sanguinari di un dio ingiusto e crudele. Vi diranno che sono nemici venuti a delinquere a casa vostra venuti a rubarvi il pane, il lavoro e le donne. Vi istigheranno alla violenza e al razzismo. Vi armeranno di spranghe e di false identità. Vi manderanno alla guerra non come a un massacro ma come a una giusta missione. Avranno seppellito la pace, la fratellanza, la giustizia l’amicizia e il rispetto. Tutto il bene avranno dimenticato. Ma voi nulla dovete dimenticare. Vi

Sempre in partenza, sempre in viaggio, ma ancora qui..

di Iyara Bagala (Fra Oceani) http://www.primomarzo2010.it/ Rimango con la voglia di gioire i tanti mondi che oggi abitano l’Italia del secolo XXI . Rimango in un viaggio costante, travolta da questi esseri in movimento; affascinata da questo mondo variopinto dove i colori di Piazza Maggiore a Bologna o del Castello Estense a Ferrara mi trasportano, come in un film dal Marocco o dal Senegal alla Palestina, dalla Polonia all’India o dalla Somalia alla Colombia. In certi momenti, però, sento che vivo in un’Italia dove il tempo torna indietro. In altri invece, di nuovo mi possiede una stupidità totale e un bisogno agghiacciante di re- inventare la vita. Un bisogno di fuga, prima del contagio. Sì, prima di essere contagiata dall’amarezza e dalla paura che invadono le strade piene di esseri grigi con i sorrisi sbiaditi nel tempo. Strade vuote di poesia. Strade dove non c’è spazio per i colori, dove i sogni di quelli chiamati “altri” vengono puniti. Strade dove la v

DAL FONDO PRIMO MARZO 2010

di Christiana De Caldas Brito Per saperne di più vai su http://www.primomarzo2010.it/ E arrivarono altri uomini e donne con passaporti di vari colori. Ubaldo li lasciò entrare. Tutti. Ogni volta, pensava: che persona normale, sana, niente corno in testa, né zampa né artigli, niente bocca che puzza di bruciato. È di gente così che l‘Italia ha bisogno! Il drago aveva i documenti in regola ma di sicuro provocherà delle risse: non aveva litigato persino con il santo? L’unicorno magari tirerà la carrozza di qualche vetturino, ma come farà a gestire quell’enorme corno nel traffico di Roma? Il dio giapponese sarà scambiato per un pazzo furioso da qualche vigile che gli ricorderà che il carnevale da mo’ che è finito. Non è meglio aprire l’Italia alla gente che lavora e sorride, che dice buon giorno e non dimentica il grazie? In quel momento, Ubaldo pensò alla peruviana che avrebbe lavorato da nonna Palmerina. Il cuore gli batté più forte e, quasi senza accorgersene, abbozzò un sorriso

DAL FONDO PRIMO MARZO 2010

RAPSODIA IN GIALLO di Pina Piccolo Per saperne di più vai su http://www.primomarzo2010.it/ Quasi tutti coloro che hanno avuto la buona o cattiva sorte di ritornare tra i vivi dicono che quando si scivola nel tunnel della morte si è come circondati da un immenso, rasserenante biancore. Quale potrebbe essere invece il colore del risveglio dallo stato di coma e, per analogia, mettendola sul piano politico/sociale, il risveglio dal lungo torpore in cui è sprofondata gran parte della societa’ civile italiana negli ultimi 15 anni? Quale colore potrebbe essere in grado di fugare in men che non si dica l’algido candore del coma profondo in cui versa la nostra societa’ civile? Mi verrebbe da pensare a un bel giallo, ricco luminoso, solare che potrebbe anche mantenere tra le pieghe qualcosa di fresco, tipo il colore dei limoni. Ebbene, questo è il colore che è toccato in sorte alla giornata Primo Marzo 2010: una giornata senza migranti, che si svolgerà in Italia come pure in Fr

LOLITA, CHE SCANDALO!

di Lolita Timofeeva Dovete sapere che in Lettonia il nome “Lolita” è molto diffuso. Però si pronuncia in modo diverso. L’accento cade sulla prima sillaba: Lòlita. Quasi sicuramente questo nome è stato importato in Lettonia. La città di Riga sin dai tempi più remoti è il crocevia di scambi commerciali e culturali. Probabilmente il nome Lolita trovò assimilazione nella nostra cultura anche per via dell’assonanza con altri nomi tradizionali lettoni come Lìlita, Sòlvita, Èlita, Aelìta. In diversi paesi questo nome si pronuncia in modo differente. In Francia sono Lolità, in Russia Lalìta. Quindi se mi chiamate all’italiana, non mi offendo. Quando sono arrivata in Italia, all’inizio, presentandomi, mi stupiva lo sgranare degli occhi della gente e le esclamazioni come: “Ma è veramente il tuo vero nome?” E si, veramente! Intanto, quando sono nata, i miei genitori non avevano letto il famoso romanzo di Nabokov, perché allora non era ancora pubblicato nel nostro paese. Ma anche d

IL MIO BLOG E' UN PESCE?

di Lolita Timofeeva http://lolitatimofeeva.blogspot.com/2010/01/il-mio-blog-e-un-pesce.html Ho riflettuto a lungo sul perché crearsi un blog. Pur ammettendo di avere forti pregiudizi per la marea di banalità che circola in rete e di avere impegni che per ora ritengo più interessanti, mi arrendo al richiamo della modernità rinchiuso in questo nomignolo-neologismo “blog”. Ma c’è un piccolo problema: ho sempre sostenuto che fare una qualsiasi cosa senza voglia è tempo perso. Allora provo a convincere me stessa usando un trucco: mi impongo di cambiare il mio punto di vista. Perché quando non riesci a mutare le cose secondo il tuo desiderio, poi sempre aiutare il tuo desiderio a cambiare. Dunque, mi arrendo e prometto di accettare la sfida e di seguire questa sorta di diario di bordo amorevolmente. La parola “sfida” già mi piace. Ma scrivere un blog è sempre mettersi in piazza. Pur riconoscendo la democrazia di questo mezzo, il tuo pensiero e ciò che fai diventa accessibile a tutti

Il volto bizzarro di Arte Fiera.

di Lolita Timofeeva http://lolitatimofeeva.blogspot.com/2010/02/il-volto-bizzarro-dellarte-fiera.html

Uno sguardo sull’Arte in Fiera

di Elisabeth Thatcher Eccovi uno sguardo sull’Arte Fiera. Uno sguardo incantato, ma più che dalle opere, dai visitatori. Perché l’arte diventa sempre più assomigliante all’allestimento di un lunapark all’interno del quale le persone portano a spasso se stesse come vere e proprie opere d’arte. Gli esemplari migliori di solito si presentano all’inaugurazione, ma anche altri giorni non si scherza!