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POETI SIRIANI XII

di Elena Chiti Ci sono poesie di reclusione che sono anche poesie d’amore. O di non-amore. È il caso delle due poesie di Faraj Bayraqdar – poeta siriano originario di Homs a lungo detenuto nelle carceri del regime – che traduco qui sotto. Esse meritano un posto a parte tra le poesie dal carcere di questo poeta siriano, riunite nella raccolta Anqâd (“Rovine”) appena pubblicata dall’editore libanese al-Jadîd e di cui ho già tradotto per SiriaLibano altri versi. *** Passi (Titolo originale: Khutuwât ) Anni sui carboni ardenti ma ora lui va da lei. Anni sui carboni ardenti ma ora lei viene a lui. Risuonano i passi nel mio cuore si avvicinano si avvicinano ancora ancora poi… oh noooo! uno supera l’altra. Carcere di Sednaya, 1993 *** Desiderio remoto (Titolo originale: Hanîn ba‘îd ) Occhi grandi da singhiozzare bocca a forma di o e con il suo significato fianchi di estasi e protezione capelli sul punto di dir

POETI SIRIANI XI

di Elena Chiti Traduco qui sotto tre delle poesie più nocive, tratte dalla raccolta Anqâd (“Rovine”), con cui l’editore libanese Al-Jadîd apre il suo catalogo del 2012, presentato al Salone del Libro arabo di Beirut . Faraj Bayraqdar *** Giro (Titolo originale: Dawarân ) In esilio sei tu che giri intorno alla maledizione in carcere è la maledizione che gira intorno a te. Carcere di Sednaya, 1995 *** Miseria (Titolo originale: Faqr ) Dio ha un inferno di cui andare fiero che miseria! Non ha niente di paragonabile al carcere di Tadmor né di Mazza o Adra e nemmeno Sednaya. Carcere di Sednaya, 1996

POETI SIRIANI X

Faraj Bayraqdar Matrioska siriana (Titolo originale: Mâtrûshkâ sûriyya ) Se il cielo è un velo la terra è un velo il mio paese è un velo il carcere è un velo il silenzio è un velo la poesia è un velo e io sono un velo come faccio a vedere Dio e Dio a vedere me? Carcere di Sednaya, 1997 (Traduzione dall’arabo di Elena Chiti) Dal sito Siria Libano, 20 gennaio 2012 http://www.sirialibano.com/siria-2/siria-le-poesie-dal-carcere-di-faraj-bayraqdar.html (di Elena Chiti) Torna di attualità Faraj Bayraqdar . Non che abbia mai fatto le prime pagine dei giornali. Certo non in Siria. Ma questo poeta originario di Homs e attualmente residente in Svezia ha fatto parlare di sé. O almeno storcere la bocca alle autorità siriane, che nel periodo della sua detenzione – di fronte alle voci di protesta che, soprattutto dall’estero, reclamavano la liberazione del poeta – sono arrivate a negare la sua stessa esistenza.Faraj Bayraqdar, accusato di affiliazion

Casamondo, racconti interculturali

28 febbraio 2012, h 21:00 VaPian Art Bar, via Santa Croce 16 (Bologna) CASAMONDO, presentazione dell’e-book e letture pubbliche In collaborazione con l'associazione Eks&Tra, il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'università di Bologna e la Biblioteca multiculturale “Casa di Khaoula”. Multiculturalità al VaPian secondo appuntamento della nuova rassegna di Malicuvata coinvolgerà scritture migranti e strumenti di fruizione innovativi. Molto si sta leggendo e scrivendo di questi tempi sull’adozione prossima futura dell’e-book. Poco si è detto, però, della possibilità che dà il formato elettronico di leggere le cosiddette “scritture emergenti”. "Casamondo, racconti interculturali" è un esempio valido e affascinante di questa nuova possibilità di emergere, intrapreso da autori italiani e stranieri in lingua italiana, in una prospettiva definitivamente, chiaramente interculturale. È in questa ottica che la c

POETI SIRIANI IX

AISHA ARNAOUT In silenzio visse In silenzio morì (1) In silenzio Visse In silenzio Morì inutile figa dissero, dopo averlo saputo Io caddi in ginocchio davanti alla sua salma La spogliai del sudario con le mie unghie scrissi sulla lapide Qualcosa (2) Si mise la camicia, prese l’ombrello Senza fare parola Neppure io parlai. Dopo che se ne fu andato Mi misi davanti allo specchio Mi squarciai la lingua Per vedere se vi fossero intrappolate parole Ma non vidi che muscoli e vene. Mi rammendai la lingua E scoppiai a ridere -il riso non è parola Poi mandai in frantumi lo specchio Da allora Frantumo specchi invano Cercandone uno Che non rispecchi Più, uno specchio Che mandi me in frantumi. (3) Mi inquieta che l’acqua non abbia colore che l’aria non abbia sapore che l’imene non abbia lacrime. La tenerezza delle spine il loro perpetuo rinnovarsi Mi ferisce: il nitrito d

POETI SIRIANI VIII

Aisha Arnaout Esilio Esilio Per via del dolore indossava quei campanelli colorati, una maschera di gioia. Annodava le sue storie alla punta della lingua sì che non lo tradissero nel momento cruciale. Camminava leggero con scarpe costellate di diamanti - solo, mentre la notte senza stelle in attesa si impossessa dei miei occhi Uccello che sorvoli l'orizzonte ricorda i proiettili sono ovunque - ricordati di me eterno viaggiatore. Tutta la vita avrei voluto procedere, ma non sono mai avanzata oltre i confini della mia tomba. Nata a Damasco nel 1946, Aisha Arnaout vive a Parigi dal 1978. Poeta e autrice di romanzi, scrive in francese ed arabo. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue. Tra i suoi libri: Eau et Cendre, Fragments d’Eau, La Fontaine (insieme con Alain Gorius) e La Traversée du Blanc.

POETI SIRIANI VII

Muhammad al-Maghut DOPO AVERCI PENSATO A LUNGO Staccate pure l’asfalto Tanto non ho più destinazioni Ho vagato per tutte le strade d’Europa dal mio letto. Ho fatto l’amore con le più belle donne della storia mentre me ne sto seduto a contemplare in un café dell’angolo Dite alla mia piccola nazione, feroce come una tigre che alzo la mano come uno studente che chiede il permesso di uscire o morire. Ma ora ho bisogno di quelle poche vecchie canzoni a cui ho fatto la guardia dalla mia infanzia. Non prenderò commiato né salirò su alcun treno fin quando il mio paese non me le avrà restituite, parola per parola, verso per verso. Se non vuole più vedermi, se si rifiuta di litigare davanti ai passanti fate che mi parli da dietro un muro o che mi lasci le canzoni in un fagotto annodato sulla soglia. Anche se me le lascia dietro a un albero, mi affretterò ad agguantarle come un cane fin tanto che la p