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Visualizzazione dei post con l'etichetta poeti siriani

POETI SIRIANI X

Faraj Bayraqdar Matrioska siriana (Titolo originale: Mâtrûshkâ sûriyya ) Se il cielo è un velo la terra è un velo il mio paese è un velo il carcere è un velo il silenzio è un velo la poesia è un velo e io sono un velo come faccio a vedere Dio e Dio a vedere me? Carcere di Sednaya, 1997 (Traduzione dall’arabo di Elena Chiti) Dal sito Siria Libano, 20 gennaio 2012 http://www.sirialibano.com/siria-2/siria-le-poesie-dal-carcere-di-faraj-bayraqdar.html (di Elena Chiti) Torna di attualità Faraj Bayraqdar . Non che abbia mai fatto le prime pagine dei giornali. Certo non in Siria. Ma questo poeta originario di Homs e attualmente residente in Svezia ha fatto parlare di sé. O almeno storcere la bocca alle autorità siriane, che nel periodo della sua detenzione – di fronte alle voci di protesta che, soprattutto dall’estero, reclamavano la liberazione del poeta – sono arrivate a negare la sua stessa esistenza.Faraj Bayraqdar, accusato di affiliazion

POETI SIRIANI IX

AISHA ARNAOUT In silenzio visse In silenzio morì (1) In silenzio Visse In silenzio Morì inutile figa dissero, dopo averlo saputo Io caddi in ginocchio davanti alla sua salma La spogliai del sudario con le mie unghie scrissi sulla lapide Qualcosa (2) Si mise la camicia, prese l’ombrello Senza fare parola Neppure io parlai. Dopo che se ne fu andato Mi misi davanti allo specchio Mi squarciai la lingua Per vedere se vi fossero intrappolate parole Ma non vidi che muscoli e vene. Mi rammendai la lingua E scoppiai a ridere -il riso non è parola Poi mandai in frantumi lo specchio Da allora Frantumo specchi invano Cercandone uno Che non rispecchi Più, uno specchio Che mandi me in frantumi. (3) Mi inquieta che l’acqua non abbia colore che l’aria non abbia sapore che l’imene non abbia lacrime. La tenerezza delle spine il loro perpetuo rinnovarsi Mi ferisce: il nitrito d

POETI SIRIANI VIII

Aisha Arnaout Esilio Esilio Per via del dolore indossava quei campanelli colorati, una maschera di gioia. Annodava le sue storie alla punta della lingua sì che non lo tradissero nel momento cruciale. Camminava leggero con scarpe costellate di diamanti - solo, mentre la notte senza stelle in attesa si impossessa dei miei occhi Uccello che sorvoli l'orizzonte ricorda i proiettili sono ovunque - ricordati di me eterno viaggiatore. Tutta la vita avrei voluto procedere, ma non sono mai avanzata oltre i confini della mia tomba. Nata a Damasco nel 1946, Aisha Arnaout vive a Parigi dal 1978. Poeta e autrice di romanzi, scrive in francese ed arabo. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue. Tra i suoi libri: Eau et Cendre, Fragments d’Eau, La Fontaine (insieme con Alain Gorius) e La Traversée du Blanc.

POETI SIRIANI VII

Muhammad al-Maghut DOPO AVERCI PENSATO A LUNGO Staccate pure l’asfalto Tanto non ho più destinazioni Ho vagato per tutte le strade d’Europa dal mio letto. Ho fatto l’amore con le più belle donne della storia mentre me ne sto seduto a contemplare in un café dell’angolo Dite alla mia piccola nazione, feroce come una tigre che alzo la mano come uno studente che chiede il permesso di uscire o morire. Ma ora ho bisogno di quelle poche vecchie canzoni a cui ho fatto la guardia dalla mia infanzia. Non prenderò commiato né salirò su alcun treno fin quando il mio paese non me le avrà restituite, parola per parola, verso per verso. Se non vuole più vedermi, se si rifiuta di litigare davanti ai passanti fate che mi parli da dietro un muro o che mi lasci le canzoni in un fagotto annodato sulla soglia. Anche se me le lascia dietro a un albero, mi affretterò ad agguantarle come un cane fin tanto che la p

POETI SIRIANI VI

Saniyya Saleh Un milione di donne ti sono madre Oh foresta dal mio cuore incendiata avvicinati, ignora quel che non si può tralasciare, sussurrami in bocca il tuo celato fruscio, nelle orecchie e nei pori, rivela la tua rivolta e fiorisci nella cupola perforata di un corpo barcollante. Non è forse duro l’inverno? Non lo sono anche la pioggia e la tempesta? Ma, oh, come sono belli quando cedono il passo. Non sapevo che la dimenticanza avesse le gambe e se ne va e viene come un cavallo riottoso che attende la caduta della rosa color bronzo da lassù in cima. Se gli cade sul dorso, spicca il volo portandola con sé, se gli cade tra le zampe le sferra un calcio. Oh, foresta che sei fiorita nel mio corpo, non temere. In te ho nascosto la mia anima o tra due fessure forti come eserciti (sebbene gli eserciti non ci conoscano e non si curino di noi). Sprofonda la tua testa dentro di me, penetrami fino a far intrec

POETI SIRIANI V

Saniyya Salih Barche cieche Poiché le stanze desolate sono letti per la poesia che uccide Singhiozzo, Seccandomi come gli alberi. Giorni immoti mentre le pietre mandano il richiamo di barche cieche. Cecchino Punta la pistola verso il mio cuore Nel mio orecchio sussurra i tuoi proiettili come un amante. Invano innalzo la mia angoscia verso il cielo Fa che siano vuote le strade fuorché per La mia voce e La mia eco. (Tradotta dall’arabo in inglese da Kamal Boullata e dall’inglese all’italiano da Pina Piccolo) Saniyya Salih (1935-1985) nacque a Mousiaf, una città sulla costa occidentale della Siria. Studiò letteratura inglese all’American Lebanese University a Beirut, dove conobbe il suo futuro marito, il poeta e drammaturgo siriano Muhammad Maghout. Le sue due raccolte I tempi raddrizzati (1964) e L’inchiostro dell’esecuzione (1970) vinsero il primo premio per la poesia indetto dalla rivista

POETI SIRIANI IV

Adonis , brani da Diario di Beirut sotto assedio, 1982 La mia epoca mi dice francamente: Tu non hai appartenenza. Io rispondo francamente: Non ho appartenenza. Cerco di capirti. Ora sono un'ombra Perduta nella foresta Di un teschio Sto sui miei piedi, il muro è una barriera - La distanza si riduce, una finestra si allontana. La luce del giorno è un filo che faccio A pezzetti coi polmoni per suturare la sera. Tutto ciò che ho detto della mia vita e della mia morte Si ripete nel silenzio Della pietra che ho sotto la testa... Sono pieno di contraddizioni? È vero. Ora sono una pianta. Ieri, quand'ero tra l'acqua E il fuoco Ero un raccolto. Ora sono una rosa e carbone attivo, Ora sono il sole e l'ombra Non sono un dio. Sono pieno di contraddizioni? È vero... La luna porta sempre Un elmo di pietra Per combattere le proprie ombre. La mia porta di casa è chiusa. Il buio è una coperta: Una pallida luna arriva Con una

POETI SIRIANI III

Salim Barakat Indice delle creature La volpe La galassia dei canti allarga la sua pelliccia verso altre galassie, avvicinatevi gironzoloni Con le vostre trappole azzurre, a dar la caccia alle colombe degli inganni. Ma con quale laccio catturerete questa creatura che si scatena come una sghignazzata? Cosa catturerà questo suasivo canto melodioso portandolo verso l’acqua? Che così sia. Prendetelo, prendete questa bellezza spericolata, è il racconto che bussa Oooh… ooh,, pensavi forse di avere un racconto prima che con la coda lo toccasse? Provi a disperderlo ma rimane Lo disperdi ma ecco che rimane la colomba dell’inganno Il pavone Fuori da qui, fuori di giardini pensili delle piume, un turbinio di colori si libera Della copertura e la tempesta disperde corona per corona così che l’unica cosa che si vede È solo il carnevale del domani All’ombra del direttore di circo di ieri Questo uccello lascialo urlare Lascia

POETI SIRIANI II

Nizar Qabbani CHE COS’È L’AMORE? Che cos’è l’amore? Abbiamo letto trattati a migliaia e tuttavia ignoriamo quel che abbiamo letto, abbiamo letto astrologi, medici ed esegeti e non sappiamo dove abbiamo iniziato abbiamo imparato a memoria tutta la letteratura popolare la poesia e Il canto e non ne ricordiamo neppure un verso abbiamo chiesto ai saggi dell’amore per poi scoprire che non ne sapevano più di noi Che cos’è l’amore? Ne abbiamo chiesto notizia nel suo nascondiglio segreto, ma ma appena l’avevamo afferrato ci sfuggiva dalle dita l’abbiamo seguito per foreste, anni e anni, perdendo la strada l’abbiamo rincorso dall’Africa ... al Bengal, Nepal, Caraibi, Majorca fino alle foreste del Brasile ma non siamo mai arrivati ne abbiamo chiesto notizia ai sapienti dell’amore scoprendo che non ne sapevano più di noi. Che cos’è l’amore? L’abbiamo chiesto ai santi,

POETI SIRIANI I

MARAM AL-MASRI Ciliegia rossa su piastrelle bianche (estratto) 1 Sono la ladra di caramelle, davanti alla tua bottega, le mie dita sono diventate appiccicose, e non sono riuscita a mettermene una sola in bocca. 2 Che sciocchezza! il mio cuore ogni volta che sente bussare apre. 3 M’infiamma il desiderio e brillano i miei occhi. Sistemo la morale nel primo cassetto che trovo, mi muto in demonio, e bendo gli occhi dei miei angeli per un bacio. 4 Sono spaventata come una gazzella davanti agli occhi della tua fame, amami in silenzio e lasciami interrogarmi. 5 Aspetto, e cosa aspetto ? Un uomo carico di fiori e di parole dolci. Un uomo che mi guardi e mi veda. Che mi parli e m’ascolti. un uomo che pianga per me. Provo pietà per lui e l’amo. 6 Ho visto le tracce dei passi, punti neri che vanno e vengono. La neve bianca cosiddetta pura, ha tradito gli uccelli, i gatti ed i fantasmi dei miei pensieri, prima che sor