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Visualizzazione dei post con l'etichetta Pina Piccolo

October 12 1992 at Yaxchilan

Five hundred years after Columbus’ landing on the “New” continent by Pina Piccolo Swallowed by vine, the labyrinth, Deep in the forest Swallowed by vine, Surrounded by a river Surrounded by indios - On market days, the women Cross the Usumacinta on frail boats Trading vibrant plumage colors For tin coins, Camouflage cloth, Deep in the forest, Swallowed by vine Chameleons against foliage and rock. Tonight on the temple steps The moon will draw A serpent Offering the red fruit Of knowledge To those who live With the taste of fear. Tonight the monkeys will scream From top branches and scorpions Will hide under rocks. Tonight Mauro, the Christian Lacandon, guardian of the Mayan temple Will erect a small shrine To a nameless god And cry for drunken forgiveness To a wife he’s betrayed. Then, machete in hand Brandishing revenge He will howl with the forest A curse, Lingering echo Of a festering woun

12 ottobre 1992 a Yaxchilan , Chiapas

A cinquecento anni dall’ approdo di Colombo nel ‘Nuovo’ continente di Pina Piccolo Inghiottito dalle liane, il labirinto, Nel profondo della foresta Inghiottita dalle liane, la selva Circondata dal fiume Circondata da indios - nei giorni di mercato, le donne Attraversano l’Usumacinta Su fragili imbarcazioni Per scambiare piume dai colori sgargianti Per monetine di latta, Per tela mimetica-- Nel profondo della foresta Inghiottita dalle liane Camaleonti nascosti tra i massi e le frasche. Nel cuor della notte sui gradini del tempio La luna disegnerà Un serpente Che offre il frutto vermiglio Della conoscenza A chi vive Con il sapore della paura. A notte fonda le scimmie urlatrici Si dondoleranno tra le cime e gli scorpioni Si nasconderanno sotto le pietre. Nel pieno della notte, Mauro Il Lacandone cristiano, guardiano del tempio Maya Erigerà un piccolo altare A un dio senza nome E, ubriaco, verserà lacri

L’affaire Osama bin Laden e la sospensione dell’incredulità

di Pina Piccolo Se ci sforziamo di scavare sotto l’impostazione vendetta/giustizia o legalità/illegalità che è stata ampiamente adottata dai media di tutto il mondo e dall’intera gamma di giornalisti da destra a sinistra a quest’ultima puntata della saga Osama bin Laden ambientata sul territorio pakistano, e ci poniamo invece dal punto di vista di chi riceve la notizia incontriamo un concetto ontologico ampiamente sfruttato dalla letteratura e dal cinema, cioè “la sospensione volontaria dell’incredulità”. Nelle loro distopie scrittori importanti come Orwell hanno esplorato i metodi di comunicazione come il “double speak” che caratterizzano chi porge la notizia ma non si è dedicata altrettanta attenzione ai meccanismi necessari non solo per accettare il falso ma anche per fruirlo con piacere. L’analogia che viene in mente è il mondo del “professional wrestling” : lo spettatore “sorvola” sull’impossibilità che i due lottatori che si presentano come feroci energumeni , s

Ologramma Italia: benvenuti ragazzi libici ad Annozero!

di Pina Piccolo Questa è una lettera di scuse a voi Ali, Tareg e Bilab, 3 ragazzi libici senza cognome, intervistati da Giulia Innocenzi , che credendo di poter in qualche modo invogliare gli italiani ad agire per mettere fine al massacro che si sta consumando nel vostro paese a opera di Gheddafi e dei suoi mercenari siete andati da Santoro, ad Annozero, trasmissione di risaputo impegno, certamente convinti che avrebbe fatto di tutto per darvi la parola, nonostante i vari limiti imposti dalla RAI. Anche se i nostri colossei e i nostri teatri l’impero romano li ha esportati in tutte le terre lambite dal mediterraneo, compresa la vostra, pensavate che fossero passati i tempi degli intrattenimenti circensi, dei gladiatori, e che i media democratici potessero accogliere con serietà le istanze di un popolo che lotta per liberarsi di una dittatura, come hanno fatto nelle settimane scorse alcuni paesi limitrofi. Vi illudevate cioè che, avendovi invitato e utiliz

Lettera ai giovani immolati di febbraio

di Pina Piccolo --> La prossima volta, il fuoco The Negroes of this country may never be able to rise to power, but they are very well placed indeed to precipitate chaos and ring down the curtain on the American dream James Baldwin The fire next time L’anno scorso di questi tempi, nello scritto Rapsodia in giallo mi trovavo a rievocare lo scrittore afro americano Ralph Ellison che nel suo libro Invisible Man parlava della condizione dei discendenti della tratta degli africani strappati a viva forza dalla loro terra per lavorare nelle piantagioni americane. In quell’occasione facevo l’analogia con quello che succedeva qui in Italia ai lavoratori migranti che si erano ribellati a Rosarno. Quest’anno, grazie ai cambiamenti intercorsi nella situazione internazionale e l’acuirsi del razzismo e delle risposte istituzionali mi trovo invece a ricordare il lavoro di un grande scrittore afroamericano, James Baldwin, che nel 1963, scriveva un libro di grande successo

Parabola del CaliCanto

di Pina Piccolo (in lode delle rivolte d'inverno) --> --> La zaffata di calicanto Che improvvisa ti investe La faccia tagliata dal vento T’inebria e ti scioglie L’inverno Mesi prima che il croco Buchi la terra Intirizzita Langue nel corpo La vena Palpitante Di primavera Come mina vagante Imperscrutabile All’occhio dell’esperto Inaspettato Intenso si leva Profumo di Mutamento Nelle piazze purificate Dalle ceneri degli immolati Stupore Di piedi d’argilla Smottati Dalla marea Di rami di calicanto Fioriti d’un tratto Su apparente Spoglio grigiore Umile calicanto Che ognuno dimentica Nel gelo della mente Invernale Pallido giallore Che fiammella Diventa e t’accende. (5 febbraio 2011) -->

Villa dei fiori

--> Cantata per l’abbattimento di Villa dei fiori: Imola 7 ottobre 2010 di Pina Piccolo --> Quando l’esecutore materiale del sogno dalla cabina alzando la leva aziona le mascelle che in un morso maciullano due metri del secondo piano Teresina da dentro la fossa muove la poeta all’acquisto di un vassoio di bigné da Dulcis in fundo, pasticceria di gala e un thè freddo alla pesca da regalare al demolitore nella pausa All’uomo dal casco giallo e la tuta blu che ora si stringe in una foto ricordo con l’addetto del Comune e il capocantiere davanti all’edificio sventrato abbattuto non in senso psicologico ma giù per terra come le statue di Lenin La macchina l’ha azzannata e Qui giace Qui è caduta in brandelli l’insegna VILLA DEI FIORI USL Imola – Diagnosi Salute Mentale Emilia Romagna Gli chiedo il nome, per la poesia e renitente l’esecutore materiale mi indica l’autorizzazione del cantiere mentre