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“Opus Alchymicum” di Lolita Timofeeva a Taornina direttamente dalla Biennale di Mosca

“Opus Alchymicum” è un progetto di Lolita Timofeeva con successo esposto in IV Biennale di Arte Contemporanea di Mosca che ha chiuso i battenti il 30 di ottobre di quest’anno. Dal 1 al 17 dicembre 2011 parte di questo progetto sarà ospitata nella sala Giovanni de Giovanni della Biblioteca Comunale S. Agostino di Taormina (Piazza IX aprile). Il 1 dicembre alle ore 18.30 Valerio Massimo Manfredi , archeologo e scrittore sarà ad inaugurare l’esposizione. I visitatori potranno visionare 45 disegni eseguiti con il caffè e una installazione site-specific che ha molto entusiasmato il pubblico moscovita coinvolto ad interagire con l’opera. Per l’occasione è uscito il volume “Lolita Timofeeva. Opus Alchymicum” edito da Umberto Allemandi Editore con un saggio di Arturo Schwarz. L’artista ha sviluppato il progetto partendo dalla lettura di un libro sulla vita del Principe Sansevero di Napoli che l’ha portato ad approfondire l’argomento “Alchimia” studiando i tes

La Babele della lingua italiana. “Casamondo” Edizioni Eks&Tra

di Lolita Timofeeva “Casamondo” è un libro pubblicato in questi giorni da Edizioni Eks&Tra con il contributo del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica di Università di Bologna . È frutto di un’esperienza offerta dal corso di scrittura creativa promosso dall’ Associazione interculturale Eks&Tra e dal Dipartimento di Italianistica guidata da tre tutor: Christiana de Caldas Brito , Livia Claudia Bazu e Pina Piccolo. Quaranta persone di diverse nazionalità si sono incontrati durante aprile – maggio di quest’anno in aula Forti di via Zamboni per imparare e per migliorare. Si sono incontrati guidati dall’interesse in comune per la lettura, la scrittura e dall’amore per lingua italiana. La peculiarità preziosa di questa iniziativa consiste nel far incontrare attraverso la scrittura stranieri con italiani e stranieri tra di loro, nel confrontarsi e nel fondersi in una kermesse letteraria con le storie e culture diverse. Ecco gli autor

Aleksandr Rodchenko e le Avanguardie russe. Roma, Palazzo delle Esposizioni, 11 ottobre 2011 – 8 gennaio 2012

di Lolita Timofeeva «Il nostro dovere è quello di sperimentare» era lo slogan di Aleksandr Rodchenko, uno dei più importanti esponenti di Avanguardia russa. Che pur chiamandosi “Avanguardia” era comunque al servizio del potere, in un regime totalitario non aveva altra scelta. Quindi l’Avanguardia trasgrediva nelle tecniche, nella visione delle cose, nella teorizzazione dei metodi innovativi fino a cominciare ad essere considerati rivoluzionari e divenire un punto di riferimento per l’arte europea. Così gli artisti del movimento diventavano pericolosi e il regime, non potendo tollerare ciò, li richiamò all’ordine. Loro dovettero adattarsi agli principi estetici del Realismo Socialista e alla nota dichiarazione dell’Associazione dei pittori russi (quelli del socrealismo ) in occasione della loro 47a esposizione: “…Daremo agli eventi la loro vera immagine al posto delle astrazioni fantastiche che discreditano la nostra rivoluzione davanti al proletariato internazionale.” Per le astrazioni

Realismi socialisti. Roma. Palazzo degli Esposizioni, 11 ottobre 2011 - 8 gennaio 2012

di Lolita Timofeeva È impressionante vedere il Realismo Socialista celebrato a Roma. Nel cuore del rinascimento. Una mostra di arte sovietica al Palazzo delle Esposizioni. Gli artisti, maggior parte non più in vita, probabilmente non sognavano nemmeno un evento del genere. Ma Roma sempre è stata nei loro sogni! Nelle Accademie sovietiche un anno intero si dedicava allo studio del rinascimento italiano, lo si studiava così profondamente (ma solo sui libri), che si conoscevano i particolari più reconditi di ogni opera riprodotta. Viaggiare liberamente in occidente allora non era possibile e Roma rimaneva un sogno irraggiungibile. È impressionante anche l’atteggiamento delle istituzioni artistiche ufficiali italiani (e occidentali in generale) che per decenni hanno snobbato questo modo di fare arte, ritenuto estraneo nel contesto delle vicende artistiche del XX secolo. Le opere in mostra sono di dimensioni imponenti, eccellenti per la tecnica ma stilisticamente molto div

PAUL POLANSKY. LA MIA VITA CON GLI ZINGARI

AMNESTY INTERNATIONAL DI BOLOGNA, in collaborazione con il gruppo culturale “Alieni per caso/a”, vi invita alla Presentazione del nuovo libro di Paul Polansky "LA MIA VITA CON GLI ZINGARI" (traduzione di Valentina Confido, edizioni Datanews 2011) Presentato da Dimitris Argiropolous, Università di Bologna, in dialogo con l’autore GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE, ORE 21, via Irma Bandiera 1/5 Bologna PAUL POLANSKY presenterà questo suo ultimo lavoro di divulgazione e attivismo umanitario dei Rom d’Europa, con particolare riferimento alle famiglie Rom che vivono nei campi del Kosovo contaminati dal piombo, condannate all’oblio. L’autore è nato a Mason City, Iowa USA nel 1942. Poeta, fotografo, antropologo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio importantissimo per il suo impegno a favore delle popolazioni Rom. Autore di numerosi libri, compresi 3 volumi di storia orale di diverse popolazioni Rom in base a testimonianze raccolte nell’ultimo d

October 13 1992 at Yaxchilan

The day after the five hundred years of Columbus landing by Pina Piccolo The Morning After glow Of the forest Who survives The foolishness Of civilizations, Regenerates herself From disturbances At ground level Witnesses species Aglitter and extinguish Proud organisms shrivel up In a combustion of arrogance. Yes, she was affected, Her tears of mourning Mistaken for dew, Her sighs of disapproval Thought to be wind. Yet her deep roots Still gripped the earth, Temple stones Corroded by moss Became sand Transported by ants. Even the poisons Floating on the water Were purified Beating Mile after mile On rocks Nature trying to Wash off a stain. Forest , now, we pull Limbs Off your spreading body, A demented weather Dries your wells, Nasty kids Playing god, Tug at your Apron strings. No longer waiting For discoverers or messiahs You stand attached to the soil And bend, Bowing to th

13 ottobre 1992 a Yaxchilan, Chiapas

Il giorno dopo i cinquecento anni dell’approdo di Colombo di Pina Piccolo La foresta Nella luminescenza del Giorno Dopo Sopravvissuta Alle sciocchezze Delle civiltà Sa rigenerarsi Dallo scompiglio Che dilaga a piano terra La foresta sì che ha visto specie Prima splendere e poi spegnersi Tronfi organismi rinsecchiti Per combustione d’arroganza. Certo, di questo anche lei ha sofferto Le sue lacrime afflitte Scambiate per rugiada, I sospiri di disapprovazione Presi per vento. Ma alla terra non cessavano Di abbarbicarsi le sue profonde radici, Le pietre del tempio Corrose dal muschio Si sfaldavano in sabbia Trasportata dalle formiche. Perfino i veleni A galla sul torrente Sapeva purificare Sbattendoli Miglio dopo miglio Sulle pietre. La natura cerca Di lavare ogni pecca. E adesso, strattonandoti ai margini Cerchiamo di divellerti gli arti Mentre il clima impazzito Ti secca le sorgenti Furfantelli Gi