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Realismi socialisti. Roma. Palazzo degli Esposizioni, 11 ottobre 2011 - 8 gennaio 2012






















di Lolita Timofeeva

È impressionante vedere il Realismo Socialista celebrato a Roma. Nel cuore del rinascimento. Una mostra di arte sovietica al Palazzo delle Esposizioni. Gli artisti, maggior parte non più in vita, probabilmente non sognavano nemmeno un evento del genere. Ma Roma sempre è stata nei loro sogni! Nelle Accademie sovietiche un anno intero si dedicava allo studio del rinascimento italiano, lo si studiava così profondamente (ma solo sui libri), che si conoscevano i particolari più reconditi di ogni opera riprodotta. Viaggiare liberamente in occidente allora non era possibile e Roma rimaneva un sogno irraggiungibile.
È impressionante anche l’atteggiamento delle istituzioni artistiche ufficiali italiani (e occidentali in generale) che per decenni hanno snobbato questo modo di fare arte, ritenuto estraneo nel contesto delle vicende artistiche del XX secolo.
Le opere in mostra sono di dimensioni imponenti, eccellenti per la tecnica ma stilisticamente molto diverse tra di loro. Ci sono quelle da pittura liscia accademica (retaggio di arte classica del XIX secolo), in alcune si vede chiaramente l’influenza del impressionismo francese (ma all’epoca non ammettevano ufficialmente le influenze straniere) e altre ancora sono stilizzate. Quindi il realismo socialista non indica uno stile pittorico, ma un metodo ideologico. Maggior parte delle opere sono state eseguite per la propaganda del potere sovietico, come le scene di riunioni o di aperture dei Congressi politici con minuziosa descrizione di ogni personaggio. Oppure le scene che raffigurano i lavoratori con i volti stanchi ma fieri della loro condizione e del loro contributo alla patria. Questa mostra è un ottimo spaccato della società sovietica con indottrinamento della creatività. Questa arte può piacere o meno, ma rispecchia perfettamente un periodo storico.

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