a cura di
Maria Luisa Trevisan
Tobia Ravà dopo alcuni anni di assenza dalle gallerie bolognesi torna nella città dove si è laureato al DAMS e dove ha allestito diverse mostre negli anni ottanta e novanta. Saranno qui esposte opere con soggetti architettonici mediterranei, lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti vegetali ed animali anche assemblati ad oggetti, secondo logiche e percorsi storico-filosofici oppure per semplici associazioni mentali.
Tobia Ravà, dopo
aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza,
dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell’ebraismo:
dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico
attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca
non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico,
all'esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la
mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e
autentico, ricerca della saggezza – “esercizio di vita”, “l'universale della
ragione, ovvero ciò che è propriamente umano”.
Le opere più
recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano
attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale,
poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche
“ricezione”, indica la
tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare
ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al
contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica
dell’agire nel mondo contemporaneo. Partendo da studiosi di mistica ebraica
quali ed Arthur Green, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro
linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il
significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica,
indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino
dell’interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è
di tutti, attraversa le epoche, le culture e le religioni.
A dare conto della maturità raggiunta
dall’artista vi sono i bronzi, tecnica antichissima che suggella una particolare
unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l’estensione di questo suo
particolare linguaggio ad oggetti e a superfici specchianti, con cui il fruitore
può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.
Presso la
GALLERIA B4, Via Vinazzetti 4/b (zona universitaria) 40126
Bologna.
Inaugurazione
sabato 30 novembre alle ore 18
La mostra
rimarrà aperta fino a mercoledì 29 gennaio 2014,
dal
martedì al sabato dalle 17 alle 20 oppure su appuntamento
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