INFINITO edizioni, collana Orienti
Pirano, Istria,
liberazione partigiana, la crudeltà dei nuovi padroni, l’esodo e gli orrori
della follia umana. Che tocca con mano calandosi nelle foibe per recuperare i
corpi delle vittime. Il testimone di Pirano è uno dei trecentomila italiani,
fra istriani e giuliano dalmati che, abbandonate le terre italiane cedute alla
Jugoslavia fra il 1947 e il 1954, arrivano a Trieste, dove cerca di rifarsi una
vita.
“Il racconto di Mario, il
testimone di Pirano, è una delle voci dell’esodo. Una voce che, come le altre,
ogni volta suona come nuova, ritrovato tassello di un più ampio mosaico del
dolore. Per-ché il ricordo dell’infanzia povera, delle ingiustizie subite,
della casa abbandonata, degli alloggi provvisori, della fame e del freddo
risvegliano nel lettore una pietas senza tempo né luogo. Più ancora, ricordare
la discesa nelle foibe per recuperare i corpi delle vittime – scendere nel buio
su quel mucchio di corpi decomposti – assume il senso di una prova assoluta,
tragica allegoria di un intero secolo di guerre e di massacri”. (Pietro
Spirito)
“Il lavoro di Laila Wadia
scopre, con un soffio delicato, lo strato di polvere che l’incuria per la
nostra storia e le nostre radici ha lasciato che si posasse e riporta
all’attualità una vicenda che ogni nostro concittadino dovrebbe conoscere. È
una parte di noi che riemerge dalla voragine mai piena dell’oblio”. (Luca
Leone)
L’AUTRICE
Lily-Amber Laila Wadia è nata in India, ma vive a Trieste. Narrastorie, traduttrice-interprete, esperto linguistico all’Università di Trieste, è sensibile ai temi dell’identità, della migrazione e delle donne. Scrive racconti, romanzi, poesie, articoli giornalistici, sceneggiature per film e teatro. Tra le sue pubblicazioni: Il burattinaio e altre storie extra-italiane (Cosmo Iannone, 2004), Pecore Nere (AAVV., Laterza, 2005), Mondopentola (a cura di, Cosmo Iannone, 2007), Amiche per la pelle (edizioni e/o, 2007), Come diventare italiani in 24 ore (Barbera, 2010), Se tutte le donne (Barbera 2012).
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