b Maps, 2019 |
di Mattia Lapperier
dal catalogo in mostra
Lolita Timofeeva riflette sui processi geopolitici della Lettonia, terra in cui è nata, dove ha intrapreso la carriera artistica e dove ha risieduto sino al 1991. Per mezzo di un personale linguaggio pittorico associato all’installazione, si pone alla ricerca delle immagini più antiche della cultura visiva e dell’arte popolare lettone. Include nei propri lavori testimonianze dirette provenienti dal passato della sua terra d’origine come vecchie foto, documenti originali, distintivi e altri elementi che tramandano una storia allo stesso tempo privata e collettiva.
Tra i simboli pagani a cui attinge, Māras Krusts (Croce di Mara) è certamente quello che ricorre più di frequente poiché incarna un’antica e potente rappresentazione simbolica del mondo materiale, collegata al culto della Terra e della Natura. In alcune opere compare come un sigillo impresso a fuoco su alcune fotografie; in altre è ripetuta in modo quasi ossessivo, variata nell’orientamento rispetto allo spazio del supporto; in un lavoro in particolare occupa tutta la superficie della rappresentazione cartografica della Lettonia, con la programmatica intenzione di porre il Paese sotto la propria protezione. Gli assemblaggi di oggetti, emblemi e parole che propone Lolita Timofeeva alludono a una storia e a un’origine condivisa, a un’umanità riunita attorno a uno stesso mare che si riconosce in una medesima lingua. Tale atavica comunità d’intenti si ravvisa tanto nell’installazione composta da bandiere nautiche quanto in un’opera-manifesto che dimostra la concordanza linguistica tra le parole lettoni e quelle latine, entrambe debitrici del sanscrito.
Naktis -Dina, 2019 |
Proprio come l’ambra trattiene dentro sé elementi provenienti dal passato, allo stesso modo molte delle carte presenti in mostra recano immagini o date che riecheggiano tappe significative della storia della Lettonia come il 1918 (anno del Trattato di Brest-Litovsk con cui la Russia bolscevica e gli Imperi centrali riducono la Lettonia a provincia tedesca); il 1939 (anno del patto Molotov-Ribbentrop con cui la Lettonia diviene parte dell’URSS); il 1949 (anno in cui avviene la deportazione di massa in Siberia ad opera di Stalin) o il 1991 (anno del golpe in URSS che ha indirettamente causato l’indipendenza dei Paesi Baltici). Vicende di vita personale sono legate a doppio filo a fatti storici come la guerra fredda, l’alluvione di Firenze, la contestazione sessantottina, la Primavera di Praga, sino al disastro nucleare di Chernobyl. Le opere di Lolita Timofeeva si nutrono del passato per offrirsi al presente come testimonianze vive. Esse sono crudamente offerte all’osservatore, senza alcun filtro, con la schiettezza di una cronaca e l’audacia di un manifesto.
1991 |
La Via dell’Ambra. Reloading
una mostra di Lolita Timofeeva e Valentinaki
a cura di Mattia Lapperier
23 ottobre 12 novembre 2020
Palazzo del Pegaso, Firenze
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