Scultura Post-Plastic-Fauna I, 2020 |
di Mattia Lapperier
brano dal catalogo mostra
Valentinaki imprigiona nella resina sostanze naturali e artificiali, dando origine a delicati cromatismi dalle forme astratte. Tale operazione concettuale le consente di riflettere sui problemi ambientali che rischiano di segnare indelebilmente la qualità della vita delle generazioni future. L’artista crea elementi zoomorfi che rievocano organismi primitivi, anche grazie all’intrusione nelle sue composizioni di valve di conchiglia d’ostrica.
Post-Plastic-Fauna V, 2020 |
Post-Plastic-Fauna XII, 2020 |
Il ciclo di lavori che propone in mostra è composto, oltreché dai citati lasciti del mare, anche da materiali inquinanti e non degradabili, provocatoriamente impiegati dall’artista con lo scopo di sensibilizzare i visitatori sui rischi che si corrono se sprovvisti di un’adeguata cultura al rispetto dell’ambiente. Le opere selezionate per la mostra rimandano all’ambra sia per il mero aspetto esteriore che, soprattutto, per la portata del loro significato intrinseco. Possiamo pertanto considerare i recenti lavori di Valentinaki come degli involucri fossili in cui è raccolta idealmente l’eredità del nostro tempo, così come giungerà alle future generazioni. A rimarcare ulteriormente tale intima connessione tra le varie epoche, l’artista inserisce nei suoi lavori, ricamandolo direttamente sulla tela, uno dei tradizionali simboli popolari lettoni noto come Saules koks (Albero del Sole). Tale ancestrale figurazione arborea presa a prestito anch’essa dalla cultura pagana – realtà ancora viva e piuttosto diffusa nella Lettonia contemporanea – unisce gli avi alle generazioni di oggi e queste ultime ai loro figli. Passato, presente e futuro si intrecciano e trovano fissa dimora in una concrezione di resina dalle forme involute e dall’aspetto primordiale. Valentinaki allestisce un’autentica archeologia del futuro costituita dai suoi reperti che colloca nello spazio espositivo in modo tale da rievocare le wunderkammern tedesche o i gabinetti di curiosità scientifiche custoditi nei primi musei di scienze naturali. Tanto le scelte allestitive quanto la simbologia dell’Albero del Sole concorrono a porre in evidenza la delicata questione sulla responsabilità morale nei confronti dei nostri posteri, vero filo conduttore dell’intero ciclo.
Scultura Post-Plastic-Fauna II, 2020 |
L’ambra trattiene dentro sé il nostro retaggio culturale. Lo imprigiona per sempre e allo stesso tempo lo svela in virtù della sua trasparenza. Lo protegge dalle insidie del tempo, cristallizzandolo in un eterno presente. Lo proietta nel futuro sotto forma di un messaggio non sempre immediatamente comprensibile ma che spetta a noi decodificare, comprendere e tramandare.
La Via dell’Ambra. Reloading
una mostra di Lolita Timofeeva e Valentinaki
a cura di Mattia Lapperier
23 ottobre 12 novembre 2020
Palazzo del Pegaso, Firenze
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